Secondo la
continuity martiniana (ricavabile come abbiamo già visto da datazioni dirette
e/o da riferimenti come “cinquant’anni fa”), un secondo periodo di caccia
all’oro nel Klondyke (quello vissuto dal giovane Paperone) sarebbe collocabile
negli anni 1915-18. La data è ricavabile da diversi accenni nei rispettivi
racconti. Nel “Catastrofico EEE” la data indicata è il 1929 (“50 or sono”)
1915 circa. Il Nostro salva dall’annegamento un giovane sconosciuto, che si rivelerà essere il padre di John D. Rockerduck, il suo futuro acerrimo nemico. Si può ipotizzare che il personaggio sia lo stesso, coetaneo di Paperone e
figlio di Pykerdock, di cui ci viene mostrata la nascita nella Storia e Gloria
(Zio Paperone e l'ora del rimpianto, Martina-Chierchini, 1980). Evidentemente i due coscritti non ricordavano di essersi già incontrati, da infanti.
Ma “il più duro dei duri” non esita a violare un tabù, distruggendo un totem… (Zio Paperone e l’enigma della Sfinge, Martina-Zemolin, 1980)
1916 circa. In attesa poter estrarre l’oro, Paperone si
dedica alla pesca e al commercio di pesci pregiati (che falsifica
spudoratamente). Ma, evidentemente irriconoscente per il salvataggio ricevuto,
“Rocker Pataccaro” insidia il suo “diritto del primo occupante” (Zio Paperone e il catastrofico EEE, Martina-Gatto, 1979).
Ricorsi al giudizio degli indiani...
... dopo quello che pare proprio il primo di tanti successivi litigi (e qui compare, per la prima volta in termini di "storia interna", la frase "voglio mangiarmi il capello se non..."), i due rivali si giocheranno il possesso del fiume con una gara di canoe.
Ma Paperone, che ha fatto un'importante scoperta, non esiterà a perdere apposta, ottenendo invece la concessione della riva sabbiosa “dove non crescono le cipolle”, in realtà ricca di polvere d’oro.
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