Vista la scarsità di
storie che ci raccontano il periodo sudamericano del Giovane Paperone,
aggiungiamo ancora una volta una storia che, pur ambientata ai “giorno nostri”,
ci dà un’idea di quello che può essere stato il soggiorno in Brasile del nostro
eroe. Come già altre volte, dobbiamo
sostituire idealmente i personaggi “moderni” (Paperino, Qui Quo e Qua, Archimede) con anonimi compagni di viaggio del Giovane Paperone…
Giunto in Brasile,
Paperone si imbatte in tre cangaceiros (il movimento sociale del cangaço,
basato sul banditismo, fu estirpato dalle autorità nel 1938 con l’uccisione di
Lampião – al secolo Virgulino Ferreira da Silva – e della sua compagna Maria
Bonita, mentre i sopravvissuti al massacro fuggirono nella Caatinga, la
“foresta grigia”. I 3 cangaceiros martiniani appartengono forse a quest’ultimo
gruppo di reduci? le date corrisponderebbero...), che, con la scusa del passaggio dell’Equatore,
pretendono un pedaggio.
Ma poi, sposando lo
spirito del bandito gentiluomo che ruba ai ricchi per dare ai poveri, i tre
(nonno, padre e figlio) si lanciano in un surreale e spasmodico giro di
passaggi di denaro, al culmine del quale tornano all’idea iniziale dell’arricchimento
personale, minacciando addirittura di uccidere le loro vittime.
Paperone riuscirà infine
a fuggire (addirittura con tutto il denaro...), e così salutiamo i cangaceiros che tornano, come all'inizio della storia, a cantare la loro saudade… (Paperino e il Cangaceiro Martina-Carpi, 1955)
La storia, ovviamente molto più complessa di come la abbiamo riassunta, si basa su un susseguirsi di personaggi assurdi e situazioni paradossali, nella miglior tradizione del fumetto comico, risultando assai divertente, e non priva di quei precisi riferimenti storici e sociali ai quali il Professore ci ha abituato.