Attraversando il Sudamerica, Paperone continua la sua spasmodica
ricerca di ricchezza…
1937-38 circa (data
presunta, “ai tempi della mia giovinezza”) Ancora in Venezuela Paperone cerca petrolio.
Ritorna la collaudata tecnica del “lancio del cappello”, già utilizzata anni prima in Oklahoma...
Questa volta, però Paperone non ha fortuna.
Si potrà consolare con
il ritrovamento di tre dobloni d’oro (che in futuro saranno anche il motivo di
una nuova avventura venezuelana, ma questo avverrà in seguito). Naturalmente,
poi, i pozzi di petrolio non mancarono (Le tribolazioni di un povero miliardario, Martina-Gatti, 1978).
1938 circa (rettificando il 1918 indicato da Martina, per allinearsi agli eventi già raccontati); Paperone giunge in Argentina, dove intende dedicarsi all’allevamento di bovini (che ovviamente intende procurarsi… gratuitamente!).
Ma un accidentale colpo in testa...
... e la sua solita taccagneria lo spingono a riprendere presto il viaggio. (Zio Paperone e le memorie dellosmemorato, Martina-Gatti, 1973).
1939 circa, Sudamerica non meglio identificabile. Paperone
collabora alle ricerche (e verosimilmente le finanzia anche) del misterioso
professor Tangus Tangus.
Le ricerche saranno a lungo infruttuose…
... ma molti anni più
tardi il professore otterrà dei risultati, che lascerà in eredità a Paperone:
“l’albero dei dollari”, una pianta favolosa che produce monete d’oro (Zio Paperone e il segreto del libro bianco, Martina-Gatto, 1971).
Curiosità: anche Rodolfo Cimino sembra confermare l'esistenza delle
"piante di dollari" (Zio Paperone e i dollari vegetali,
Cimino-Perego, 1971)... e certamente ci sono molte altre conferme indipendenti.
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