mercoledì 6 ottobre 2021

EPITOME: la $toria in breve...

Capitolo 1 -La Nascita di una Leggenda


1897, Klondike: in piena Corsa all’Oro, da Paperon-papà (oggi diremmo Paperone Senior), dedito ad arricchirsi con metodi non … ortodossi, e Oretta Paporetta, nasce il futuro Papero più ricco del mondo. Quasi contemporaneamente, nasce anche Rockerduck figlio di Pikerdock, verosimilmente il papà del nostro John D., il “pivello” che ben conosciamo. (Zio Paperone e l’oro del Klondike, Martina-Scarpa, 1970)

Capitolo 2 – Andiamo a scuola con …


1903 circa, Klondike: il primo giorno di scuola del Paperone bambino, che già comincia a mostrare la sua indole, riuscendo a farsi regalare da tale Piffero McGangara un terreno maleodorante, in cui in seguito si scoprirà addirittura il petrolio. L’amichetta e forse sorellina che lo accompagna è Elvira, la futura Nonna Papera (Andiamo a scuola con … Martina-Carpi, 1955)

Capitolo 3 – Una Nonna Formidabile


1904 circa. In tenerissima età Paperone perde i genitori, e viene affidato a nonna Gianna, detta Jenny delle Traversate per il suo singolare modo di guadagnarsi da vivere: chiede aiuto per attraversare la strada a facoltosi signori che, impietositi dal suo aspetto e divertiti dalle storie che racconta, le lasciano spesso la mancia … Dall’eccezionale nonna, Paperone otterrà anche numerosi insegnamenti di vita. (I Pensieri di Paperone, Martina, 1973)


1907 circa. Verosimilmente poco prima della morte di Nonna Jenny, un giovanissimo Paperone smaschera e ricatta un finto cieco; ma poi, pentito della cattiva azione, forse consigliato proprio da Nonna Jenny, restituisce il maltolto. Charlie Petrus, impressionato dalla sua onestà, gli lascerà in futura eredità la sua villa (e il suo tesoro) frutto dei proventi della sua attività… (Zio Paperone e le memorie dello smemorato, Martina-Gatti, 1973)

Capitolo 4 – Per un pugno di … Spinaci!


1912. Dopo la morte della nonna, Paperone si guadagna da vivere come conduttore di diligenze (in società con tale Bill il Bullo, che purtroppo per lui finirà “impiccato davanti al cimitero di Fort Worth”), e deve rintuzzare i primi assalti dei Bassotti (Paperino e il giubileo del fantastilione, Martina-Perego, 1957).


1913 circa. Il giovanissimo Paperone arrotonda i suoi onesti guadagni … barando a poker! Scoperto, decide di partire per il (natìo) Klondike in cerca di fortuna.. (Paperinik e la bussola parapsicologica, Martina-De Vita, 1973)

Capitolo 5 – Un pendaglio da forca


Durante il viaggio, pervaso da spirito natalizio, un Paperone già famoso per l’attività che aveva avviato (raccoglieva e riciclava le cicche di sigarette!)salva da un linciaggio tale Tim la Galera, fornendogli un falso alibi (La banda Disney e l’Espresso di Natale”, Martina-Chierchini-Bottaro, 1960). Anche da Tim ottiene un regalo che si rivelerà prezioso in futuro… Questo episodio ci mostra un Paperone, per quando già indurito dalla vita, sinceramente generoso e altruista.

Capitolo 6 – Back to the Klondike


1914. Giunto nel Klondike, Paperone viene ospitato dall’amichevole Ghingo Limaccia, e lo aiuta a coltivare un misero campo di patate (Zio Paperone e la campagna elettorale, Martina / De Vita M 1979). Un giorno rincasando incontra (e salva dall’annegamento) il coetaneo John Rockerduck (Zio Paperone e l'ora del rimpianto, Martina-Chierchini, 1980). Si ipotizza che il personaggio sia lo stesso, coetaneo di Paperone e figlio di Pykerdock, di cui ci viene mostrata la nascita nella Storia e Gloria


1915. Forse perché non ha ancora trovato l’oro, Paperone si dedica alla pesca e al commercio di pesci pregiati (che falsifica spudoratamente). Ma, evidentemente irriconoscente per il salvataggio ricevuto, “Rocker Pataccaro” insidia il suo “diritto del primo occupante”. Ricorsi al giudizio degli indiani, Paperone perderà apposta, ottenendo invece la concessione della riva sabbiosa “dove non crescono le cipolle”, in realtà ricca di polvere d’oro (Zio Paperone e il catastrofico EEE, Martina-Gatto, 1979


Per meglio sfruttare la sua concessione, Paperone non esiterà a violare un tabù, distruggendo un antico totem (Zio Paperone e l'enigma della sfinge, Martina-Zemolin, 1980)

Capitolo 7 – Le sabbie del fiume Yukon


1916 Finalmente proprietario di una concessione aurifera, Paperone ottiene il necessario finanziamento dall’amichevole e generoso Trade Billy (Zio Paperone e il mistero del Klondike, Martina-Comicup Studio, 1990; tutt’altra pasta rispetto a Soapy Slick!) e inizia l’estrazione.


Anno 1917 circa (1928 nel testo); Delizia, capitale del Klondike. Dedito al setacciamento delle sue sabbie aurifere, Paperone affronta la minaccia dei Bassotti, noti all'epoca come Bullos Boiaccias. Affascinato dall'esibizione di un prestigiatore, lo "convince" a vendergli la sua tuba "magica", che userà per gabbare i Bullos. L’eleganza acquisita gli varrà anche la nomina a Sindaco. Esaurito l’oro da estrarre, decide di tornare a casa , lasciando l’oro in un posto sicuro… (Zio Paperone e il cinquantennio della tuba, Martina-Gatto, 1978)

Tornato a regolare i conti con il fiducioso Trade Billy, troverà però che l’amico è a sua volta partito in cerca di fortuna (Paperone salderà comunque il suo debito, molti anni dopo).

Capitolo 8 – Una Rossa nel cuore


1918 circa. Finalmente arricchitosi, Paperone torna a casa, dove lo attende il suo grande amore: Rosie la Rossa, ballerina di saloon con cui si era scambiato una promessa di eterno amore (Doretta? chi era costei?). Ma lo attende una brutta sorpresa… non solo Rosie non lo ha affatto aspettato e si è sposata con un forestiero di passaggio,  ma si era promessa anche a “tutti gli scapoli del paese”!. In più, il nostro “Bill Paperon” viene anche umiliato pubblicamente dal suo vecchio rivale, Giggi Maniglia (la storia è ambientata “ai giorni nostri” potrebbe svolgersi appunto nel passato, con l'unica -ovvia- differenza che il compagno di viaggio di Paperone non potrebbe essere Paperino ... forse era proprio Gian Piviere, che conosceremo meglio nel prossimo episodio. Paperino e la mezzanotte di fuoco, Martina-Capitanio, 1967).

Capitolo 9 – Il piu’ Duro dei Duri


1918 (improbabile il 1895 del testo). Verosimilmente incattivito dalla delusione amorosa, Paperone, tornato in Klondike (probabilmente per un momento di riflessione: che fare della sua vita, ora che non c’è più Rosie ad aspettarlo?) inizia a comportarsi malissimo: il primo a farne le spese è proprio il suo socio Gian Piviere (forse “colpevole” di aver assistito, e anzi collaborato alla sua umiliazione nel capitolo precedente); quando Gian Piviere si ammala, Paperone lo incoraggia ad allontanarsi dal freddo del Klondike, per curarsi. E rileva la sua quota, con l’impegno di corrispondergli metà dei futuri guadagni… ma firma con l’inchiostro simpatico! (Paperino e la ventiquattresima ora, Martina-Capitanio, 1961 In un lontano futuro, tuttavia, Paperone dovrà pagare per le sue male azioni).


Scoperto l’oro nel vecchio campo di patate, Paperone riserva anche al povero Ghingo Limaccia lo stesso trattamento, impadronendosi anche del suo giacimento… (Zio Paperone e la campagna elettorale, Martina-DeVita, 1979)


Ma nulla sembra più soddisfarlo: sempre più incattivito, Paperone apparentemente non si interessa più della ricerca dell’oro, ma cede a tutti i vizi possibili. Entrato in un “giro di scommesse” (clandestine?), rivaleggia con Bobo l’Anguilla “furbo come una volpe e onesto come un ladro di cavalli”, e ottiene una crudele rivincita su costui, che poco prima lo aveva beffato (Paperino e il Re delle scommesse, Martina-De Vita, 1977). E a questo punto decide anche di lasciare definitivamente il Klondike

Capitolo 10 – Ombre… Rosse


1919 circa. Forse sulle tracce dell’amico Trade Billy, Paperone si reca in California, dove ottiene i diritti per lo sfruttamento di un promettente giacimento. Ma poi non inizia nemmeno a sfruttarlo, e molti anni dopo quei diritti finiranno a… Gastone!..(Paperino conquista la Montagne Nere, Martina-Chierchini, 1959).

Questa particolare vicenda suggerisce la tesi secondo la quale l'astio di Paperone e la sua smania di arricchirsi derivano in gran parte dal tradimento di Rosie la Rossa. Perduto l'amore della sua vita, a Paperone rimane solo il denaro; e infatti, egli si dedica con ferocia a conquistarlo, ma poi non lo utilizza, lo accumula e anzi spesso (come in questo caso) una volta appropriatosene lo abbandona dietro di sé, dedicandosi immediatamente a cercarne altro. Se lo Scrooge di Don Rosa gira il mondo perché ogni volta in qualche modo perde il denaro ottenuto, il Paperone di Martina lo fa perché, in fondo, non è il denaro in sé che cerca, ma piuttosto la vittoria in continue sfide (e probabilmente sempre per compensare la delusione dell'abbandono


1919 (1899 nel testo, improbabile). Probabilmente il punto più basso della sua carriera di spietato affarista, davvero privo di scrupoli. Il giovane Paperone ha fatto società con Alfred Barunz detto Red il Rosso (è possibile, anzi intrigante, pensare che costui fosse un parente di Rosie la Rossa… diciamo il fratello?). Ma quando due soci sono assaliti dai pellirosse, Paperone trova un modo... originale … per raddoppiare i suoi profitti e contemporaneamente salvarsi la vita. (Paperino e il grande Barunz. Martina-Chierchini, 1957); Red Barunz si salverà e anzi farà fortuna e avrà anche una (piccola) vendetta postuma, ma questo certo non diminuisce le colpe di Paperone …

Capitolo 11 – Il Petrolio dell’Oklahoma


1920 circa. Trasferitosi in Oklahoma, Il giovane Paperone si dedica alla ricerca del petrolio, usando l’originale tecnica del… lancio in aria del cappello! per poi scavare nel punto in cui ricade. Inseguendo il cappello, Paperone si trova coinvolto nel salvataggio di un treno da una rapina (o almeno, racconterà di averlo fatto. Zio Paperone e il ritorno del tempo che fu, Martina-De Vita, 1980). Paperone deve poi lasciare… precipitosamente Demon City, inseguito dai proiettili di Pedro Sparalestos, a cui aveva vinto ben venti dollari, ma con un poker di cinque assi. Evidentemente in questo periodo Paperone aveva anche ripreso a esercitare la nobile arte del gambler (Paperino e la bomba 905, Martina-Gatto, 1968)

Capitolo 12 – La Sposa Promessa


1921 (1947 nel testo) A completamento conferma della triade ripetutamente spesso citata da Paperone, “Klondike Oklahoma Dakota”, il Nostro si era recato a scavare l’oro sulle Colline Nere del Dakota (Zio Paperone e il segno premonitore, Martina-Carpi, 1980). 


E, “per misura prudenziale”, Paperone, inaspettatamente… cerca moglie! Il fidanzamento con la bella Plunka, figlia del capo Sioux, sembra proprio essere quanto di meglio a cui Paperone possa aspirare… ma noi potremmo anche supporre che, sotto sotto, ci fosse anche un tentativo di dimenticare l’amata Rosie, che NON lo aspettava più a Golden City, Arizona. Plunka si dimostra ricca di ogni pregio. decisamente fedele, generosa e obbediente. Ma Paperone esagera con le richieste… e ne approfitta per allontanarsi e rompere la promessa di matrimonio. (Zio Paperone e la sposa comprata, Martina-Lostaffa, 1977). 


Un’altra storia martiniana ci parla di un’altra promessa sposa di Paperone, che questa volta si libera dall’impegno… scaricandola a Rockerduck! Con il solito nostro volo di fantasia, potremmo ancora una volta ipotizzare che si tratti di Rockerduck Sr. e della stessa Plunka, e qui avremmo un’interessante candidata anche al ruolo di madre del “nostro” John Davison (Zio Paperone e l'irascibile farfalla d'oro, Martina-LoStaffa, 1978)

Ritenendo evidentemente esaurite (almeno per il momento) le possibilità di fare fortuna in America, Paperone inizia a spostarsi per tutto il mondo (forse anche per sfuggire a qualche vendetta?) Gli spostamenti, nell’ottica della nostra Saga, avverranno sempre verso est, fino a compiere un vero e proprio Giro del Mondo.

Capitolo 13 - Mal d’Africa


1922. La prima tappa sembra essere l’Africa, e precisamente il Transvaal (Zio Paperone e il segno premonitore, Martina-Carpi, 1980).

1923. Poi Paperone si sposta in Congo (Paperino conquista le Montagne Nere, Martina-Chierchini, 1959).

Purtroppo non esistono storie che ci raccontino in dettaglio questo periodo.

Capitolo 14 – Pape… rence d’Arabia


1924 circa. Recatosi in cerca di (ulteriore) ricchezza nel Medio Oriente, nel Sottosultanato di Bin Bahir (fra Arabia Saudita e Kuwait), il giovane cercatore di petrolio Paperon de' Paperoni continua a dimostrare di essere il più furbo dei furbi, riuscendo a vendere a caro prezzo una buca intrisa del… petrolio della sua lampada! a Baruf Ibn Barùk, un arabo che credeva di sottrargli un pozzo di petrolio   (Zio Paperone e le miniere dell’oro acquatico, Martina-Scala, 1977).


1925 circa, Sceiccato del Kitar, Golfo Persico. Paperone continuando la sua ricerca di fortuna in Medio Oriente, ora dedicandosi alla ricerca di pepite nel deserto, soccorre un viaggiatore vittima di un assalto di predoni. Si trattava proprio del locale sceicco, Alì Mohammed Mansur Idris Abdussalam Ben Baruk Ibn Shaban Bu Bakir (Zio Paperone e il prezioso liquido, Martina-Gatto,1981; da gustare anche la seconda parte –da retrodatare- in cui Paperone viene rapito dai banditi e ottiene una ricompensa dallo sceicco)

Capitolo 15 – Da Kabul a Kolkata




1926 circa. Nel suo viaggio per il mondo, Paperone ha toccato le più disparate località, ovunque aumentando la sua ricchezza e conservando dei ricordi, spesso citati in una sola vignetta di qualche racconto: in Afghanistan, vende armi ai ribelli… (sicuramente si tratta della guerra civile afghana che si concluse nel 1929 con la caduta del re Amanullah Khan; Paperino e il re del fiume d’oro, Martina-Carpi, 1961)


1927 circa: Paperone giunge in India, dove mette in piedi un non-troppo-proficuo commercio di… lacci di seta per strangolatori Thugs! (Paperino e il muro del riso, Martina-Carpi-Chierchini, 1954);, attività che continuerà fino ai "giorno nostri".


1928 circa. Il giovane Paperone si trasferisce nel Bengala (regno del Rajah di Pussa Pussa) dove inizia la ricerca degli smeraldi, affronta le temibili tigri locali, e incontra un fachiro truffatore. (Zio Paperone e il segno premonitore, Martina-Carpi, 1980). In questo periodo, si procurerà anche la sua “preziosa canna d’ebano” che in futuro userà a a lungo. (Paperino e l'imprevedibile Kangur-Papero, Martina – Marciante/Bottaro, 1978)

Capitolo 16 – Picnic a … Lightning Ridge


1929. Dopo le sue avventure in India, Paperone si sposta in Australia. Qui incontrerà uno dei rarissimi amici il cui ricordo si porterà negli anni a venire: Ned Kelly. (Zio Paperone e il fatidico anniversario, Martina-Bargadà Studio, 1981)


1930 circa. Insolitamente generoso ed altruista, Paperone soccorre un giovane canguro ferito. Guidato dal suo nuovo amico, Paperone scopre addirittura un’intera caverna di opali, ma viene catturato da una tribù di indigeni che ritiene tabù quel luogo e si salva solo grazie al fedele canguro.  (Paperone e il fedele marsupiale, Martina-Gatto, 1972)


1931 circa. Evidentemente non rassegnato a rinunciare agli opali scoperti, Paperone, sempre accompagnato dal fedele Kanga, torna alla carica. E questa volta trova il modo di raccogliere tutti gli opali che vuole, incantando gli indigeni con un trucco: ancora una tuba truccata. (Zio Paperone e il trapianto della pituitaria, Martina-Bordini, 1971)


1932 circa. Tornato a Karlgoorlie, Paperone trova il vecchio Ned nelle mani dei loro nemici, che cercano di fargli rivelare il luogo in cui ha nascosto il suo tesoro; e interviene per liberarlo (Zio Paperone e il fatidico anniversario, Martina-Bargadà Studio, 1981; questa avventura è ambientata “ai giorni nostri” e con la partecipazione dei nipoti, ma può facilmente essere retrodatata alla giovinezza di Paperone)

Capitolo 17 – I Pirati del Pacifico


1933 circa, Canton, Cina. Paperone si dedica adesso (con un nuovo socio, Corsaro Mc Piffer) ad un lucroso commercio marittimo di oppio, nascosto nei mandarini. E continua a risolvere a suo modo i dissapori coi soci, abbandonando in mare il Corsaro (che voleva fare lo stesso a lui) dopo averlo narcotizzato (Il romanzo di un papero povero, Martina-Carpi, 1967).


1934 circa (1930 nel testo). Trasferitosi nelle isole Marianne, Paperone gestisce una fabbrica di bottoni (materia prima, le palme Dum) e una flottiglia di velieri (probabilmente la stessa flottiglia di cui disponeva in Cina insieme al Corsaro). E continua a cogliere ogni occasione per arrotondare, rubando diecimila dollari a un cliente, Barzebuk McIntosh, "ladro contrabbandiere tagliaborse tagliagole taglia..." che voleva esportare illegalmente quei dollari, nascondendoli nelle anime dei bottoni di Paperone. (Paperino e i bottoni di Barzebuk, Martina-Bordini, 1968)


Nelle isole Sandwich (le Hawaii) Paperone nasconde più di uno dei classici “bauli del tesoro” pirateschi… (Paperino e il re delle Tempeste, Martina-De Vita, 1967)




1935 circa (1940 nel testo). A conclusione del suo “giro del mondo”, Paperone rientra nelle Americhe, sempre spostandosi verso est, presumibilmente sempre con la flottiglia pirata che utilizzava nelle Marianne e in Cina, e raggiunge i Caraibi e il Sudamerica. Qui esordisce dedicandosi (segretamente, sotto il falso nome di Solomon) addirittura alla pirateria! Attività interrotta solo dalla cattura del suo socio, Mancino il Guercio. (Zio Paperone e la Regina di Saba, Martina-Chierchini, 1972)


1936 circa (la data espressamente citata è il 1938), Sierra Nevada, verosimilmente Messico. Paperone trova un antico tesoro spagnolo e lo nasconde per difenderlo dai pirati. O più probabilmente nasconde il tesoro che lui stesso ha guadagnato con le sue scorrerie come Pirata Salomon… e i pirati che teme altro non sono che i suoi ex compari che lo inseguono. (Zio Paperone e la mappa a pressione, Martina-Bordini, 1968)

Capitolo 18 – Di Gauchos e Cangaceiros


1937 circa Paperone cerca petrolio in Venezuela. Ritorna la collaudata tecnica del “lancio del cappello”, già utilizzata anni prima in Oklahoma (Le tribolazioni di un povero miliardario, Martina-Gatti, 1978).


1938 circa (rettificando il 1918 indicato da Martina, per allinearsi agli eventi già raccontati); Paperone giunge in Argentina, dove intende dedicarsi all’allevamento di bovini (che ovviamente intende procurarsi … gratuitamente). Ma un accidentale colpo in testa e la sua solita taccagneria lo spingono a riprendere presto il viaggio. (Zio Paperone e le memorie dello smemorato, Martina-Gatti, 1973).


1939 circa, Sudamerica non meglio identificabile. Paperone collabora alle ricerche (e verosimilmente le finanzia anche) del misterioso professor Tangus Tangus. Le ricerche saranno a lungo infruttuose … solo molti anni più tardi il professore otterrà dei risultati, che lascerà in eredità a Paperone: “l’albero dei dollari”, una pianta favolosa che produce monete d’oro (Zio Paperone e il segreto del libro bianco, Martina-Gatto, 1971).

Capitolo 19 – L’Amico del Serpente


1940 (nel testo, “dopo trent’anni”). Deserto Dipinto, Arizona. Ritornato in USA, Paperone fa il cercatore d’oro in società con Tom il Calvo. Le difficoltà e la scarsità di viveri e attrezzature convincono i due soci di doversi temporaneamente separare. Allontanatosi dal socio con le poche attrezzature a loro disposizione, Paperone sconfigge degli gli indiani grazie ad uno dei suoi cilindri truccati (una scena che merita di essere considerata un “classico”: Tuba Mascherata dovrebbe prendere esempio!). Paperone  trova una miniera d’oro; ma decide a quel punto di non tornare più indietro per non dividere i guadagni con il povero Tom che lo aspetta ancora alla capanna … Ma anche il socio lo aveva imbrogliato … con una moneta truccata! (Il doppio imbroglio del quadrifoglio, Martina–Scarpa/ Gatto, 1968)

Capitolo 20 – Il Buono, il Brutto e … il carbone


1941 (“trent’anni or sono”) Tucson, Arizona. Paperone, già proprietario di fruttuose miniere d'oro, non disdegna di impiegare i suoi momenti liberi per arrotondare … rubando il carbone alle locomotive di passaggio. Ma è sempre a rischio di assalti di banditi, qui Lefty il Mancino e i suoi Balordi. Ancora i proto-Bassotti?.  (Paperino e la grande rapina di Tucson, Martina-Scarpa/ Cavazzano, 1971)


Vestito a nuovo, Paperone scopre un’altra miniera, che però è “solo” di argento”. Ma il più furbo dei furbi non si lascia scoraggiare da questo piccolo particolare… (Zio Paperone e il papiro dei faraoni d'America, Martina-Carpi, 1978) Tornano ancora una volta i proto-Bassotti…

Capitolo 21 – Giù la … Tuba!


1942 (“trent’anni or sono”) in Nevada, Deserto Fringo, Sorba City. Paperone si trova coinvolto suo malgrado in una sparatoria. Briko Laforge, il "gentiluomo" beneficiato dal suo intervento, gli regala la sua tuba che, in pieno stile paperoniano, si rivelerà una tuba magica, in grado di trovare l’oro. Ma… con un segreto truffaldino (Zio Paperone e la via dell'oro, Martina-Bordini, 1972)

Capitolo 22 – C’era una volta in America




Negli USA, Paperone vive molte altre avventure, che però il Professore non ci ha raccontato in dettaglio, specie per il periodo 1943 – 1947. Alcuni accenni si possono trovare comunque in diverse storie… (Paperon de’ Paperoni e il vaso di Pandora, Martina-Chierchini, 1970; Paperinik torna a colpire, Martina-Scarpa-Cavazzano, 1973...)

Capitolo 23 – Tornando a Casa

Nella Saga del Totem Decapitato, il Professore ci racconta del ritorno di Paperone a Paperopoli, dove incontrerà la sorella Elvira, e poi tutti gli altri parenti … In questo come in altri Capitoli, Paperone appare intento a recuperare un vecchio tesoro sepolto; si può tranquillamente ipotizzare che stia ripercorrendo i suoi stessi passi, recuperando via via i tesori che aveva guadagnato negli anni, e poi abbandonato sul posto per inseguire la sua frenesia di guadagno …


1948 (“25 anni or sono”), Gold Town, California (Sicuramente si tratta della futura Quacktown),: Paperone giunge infine a Paperopoli, dove si stabilirà definitivamente. Qui ritrova la sorella Elvira, alla quale scrocca una cena e ruba l'asinello Tiburzio (Nonna Papera e la torta rivelatrice, Martina-Scala, 1973)


Dintorni di Paperopoli. Perduto l’asinello Tibuzio, ancora una volta catturato dagli indiani, Paperone si spaccia per Figlio del Sole, affidandosi alla sua ennesima tuba truccata (qualcuno ha nominato Tuba Mascherata?) Paperone non esita a violare l’ennesimo tabù, decapitando un totem, (Zio Paperone e il focoso figlio del sole, Martina-Carpi, 1973); sfuggito così agli indiani, può recuperare tranquillamente un vecchio tesoro: probabilmente appunto uno di quelli che lui stesso aveva nascosto anni prima…

L’episodio è nuovamente raccontato, forse con qualche dettaglio in più, in “Topolino e il quiz del francobollo bis”, Martina-DeVita

Capitolo 24 – The Old Castle's Secret


1950 circa.
Paperone ha comprato e vuole trasferire nei dintorni di Paperopoli un castello scozzese, completo del fantasma di tale “Riccardo IV”. Sarà uno dei suoi antenati? (Paperino e il castello del fantasma, Martina-Carpi, 1957; anche Zio Paperone e il Castello del fantasma, Martina-Cavazzano, 1981 che riprende in buona parte la storia originale del 1957 e ce ne offre una godibilissima versione alternativa, completa di faida familiare con Rockerduck).


Ovviamente Paperone non si arrende, e riscostruisce il castello, arricchendolo in maniera invidiabile (Tavole di raccordo da Almanacco 1954, Martina-Scarpa, 1953)

Più o meno in questo periodo, Paperone raggiunge l’ambito titolo di uomo più ricco del mondo, anzi “Imperatore del Dollaro” con un patrimonio di “dieci fantasmilioni di spirillioni di centislioni di dollari” (Topolino e il panettone dell'Imperatore, Martina-Chierchini, 1959)

Capitolo 25 – Il Nipote ritrovato!


Non esiste una particolare storia di Martina che racconti specificamente del primo incontro fra Zio e Nipote, nella maniera del Natale sul Monte Orso di Barks (anche se nemmeno quello, alla fine, era esplicitamente un “primo incontro”); esistono comunque diverse storie in cui i due si dimostrano reciprocamente poca familiarità. In questo caso, pare giusto rifarsi alla storia che è anche quella della primissima apparizione italiana dello Zione. Il Castello de’ Paperoni (quello che abbiamo visto nel precedente episodio) è stato rubato. Paperone si rivolge alla polizia … e al famosissimo detective Topolino. La ricompensa promessa è decisamente… paperoniana: un intero dollaro! E Topolino coinvolge il suo amico Paperino, che si rivela essere proprio il nipote del derubato.  (Topolino nella valle dell’incanto, Martina-Anzi, 1952)  

…o forse questo primo incontro e il successivo riavvicinamento si possono riferire ad una delle numerose altre storie in cui il rapporto fra zio e nipote appare ancora poco sviluppato: ciascuna di queste storie potrebbe essere presa a base per il racconto del primo incontro di Paperino con il ricchissimo Zio; pare giusto limitarsi ad accennare alcune (diciamo… una all’anno?) delle più significative, risalenti ai primissimi anni ’50, ed in particolare quelle in cui comunque Paperone avrà modo di apprezzare il nipote…

Paperone convoca i nipoti nel suo Ranch, per incaricarli di mettere il suo oro al sicuro dalla Banda Bassotti (Paperino e i piatti volanti, Martina/Bottaro, 1952).

Paperone cerca un uomo di fiducia e convoca Paperino, insieme al cugino Gastone (Paperino e la Perla di Barbymoore, Martina/Bottaro, 1953).

Paperone viene rapito dai Bassotti, ma i nipoti, appresa la notizia dalla radio, accorrono a liberarlo (Paperino e l’Oro del treno, Martina/Carpi-Chierchini, 1954)

Paperone arruola Paperino e nipoti per recuperare un “prezioso” carico sganciato da un suo aereo nella riserva indiana del Proortkit (Paperino e la fonte miracolosa, Martina/Carpi-Chierchini, 1955).

Paperino esattore delle tasse tenta di recuperare un credito proprio da Paperone (Paperino e la spina di Zio Paperone, Martina/Bottaro, 1956).

Un Paperone gravemente ammalato richiede il soccorso dei nipoti (Paperino e il mare di nebbia, Martina/Perego, 1957).

Oppresso dai debitori, Paperino si rifugia in una villetta sul Monte Lupo… solo per poi scoprire che la villetta appartiene al ricchissimo Zio Paperone (Paperino e il Natale natalizio, Martina/Gatto, 1958).

Paperone incarica Paperino del recupero di un suo vecchissimo diritto minerario (Paperino conquista le Montagne Nere, Martina/Chierchini, 1959).

E, per finire… montagna, orsi, prove di coraggio… ma non è Barks! (Paperino e il Capodanno solitario, Martina/Carpi, 1960).

Ce ne sono ovviamente anche molte altre…

CAPITOLO 26 – I Nemici di sempre


Paperone, stabilmente insediato a Paperopoli (ma non ancora nel Deposito che conosciamo) riceve una minacciosa lettera … i Bassotti sono arrivati! Ed esordiscono con una geniale guerra psicologica di logoramento. (che questi siano i padri dei Bassotti che ben conosciamo? Paperino e la montagna d'oro, Martina-Perego, 1957)

Anche per i Bassotti si trovano ovviamente storie “alternative”, che potrebbero a loro volta raffigurare il “primo scontro” a Paperopoli … eccone alcune:

Paperone convoca i nipoti nel suo Ranch, per incaricarli di mettere il suo oro al sicuro dalla Banda Bassotti (Paperino e i piatti volanti, Martina/Bottaro, 1952).

I Bassotti rapiscono Paperone e chiedono il riscatto a maggiordomo e nipoti Anche qui vediamo numeri e fisionomie differenti da quelle odierne, e un Bassotto finisce addirittura sulla sedia elettrica. Inoltre, apprendiamo che i Bassotti fanno anche opera di proselitismo, e arruolano nuovi membri (Paperino e l’Oro del treno, Martina-Carpi_Chierchini, 1954)

Topolino e il capodanno tropicale, Martina/Bottaro, 1955

Paperino si traveste per apparire il ricchissimo zio, e viene rapito dai Bassotti al posto suo… Il carnevale di Paperin Paperone, Martina- Scarpa, 1955

I Bassotti giungono in città e si intrufolano in uno show televisivo condotto da Paperino (qui conosciamo anche i nomi di almeno due di loro, Gionni e Gianni; (Paperino a “Botte o Risposte?”, di M. Quilico-Martina-Perego, 1956)

I Bassotti riescono a derubare Paperone, che usa un’invenzione di Archimede per congelare il maltolto e bloccare i rapinatori (Paperino e la ghiacciata di dollari, Martina-Bottaro, 1957)

Un Bassotto (il numero 186-780 di cui apprendiamo il nome, Basso Bassotto) evade dal carcere e giunge a Paperopoli, dove fa comunella addirittura con Gambadilegno (Paperino e il Natale natalizio, Martina-Gatto, 1958)

Capitolo 27 - Quattro Bassotti per un D… eposito!


Siamo alla conclusione della nostra Saga: Paperone è ormai quello che ben conosciamo, insediato a Paperopoli, in familiarità coi nipoti e continuamente sotto attacco dei Bassotti. Manca un solo dettaglio: il Deposito. E infatti, per difendersi appunto dai Bassotti, Paperone decide di costruirsi una “enorme cassaforte blindata”. Ma non sulla famosa Collina Ammazzamotori: su un terreno di sua proprietà che vuole liberare sfrattando senza pietà gli inquilini (peraltro morosi) delle sue baracche. Derubato dai Bassotti, in un raro momento di spirito natalizio Paperone revoca lo sfratto agli inquilini. A questo punto è Paperone ad aver bisogno di aiuto; e gli ex sfrattati (che a loro volta dimostrano caratteristiche decisamente … martiniane) sono ben lieti di darglielo. (Topolino e la doppia vigilia di Natale, Martina-Bottaro, 1955). 

Paperone tornerà presto all’idea di costruire il Deposito, ma stavolta lo farà in un altro posto, lasciando in pace i suoi “poveri” inquilini. 

La nostra $aga si chiude qui: Paperone è ormai in tutto e per tutto quello che conosciamo, insediato a Paperopoli, proprietario del Deposito, e pronto a coinvolgere nelle sue avventure Paperino e tutto il parentame